Medico non pentito, scienziato non in vendita: così si definisce il prof. Ugazio

Il Prof. Giancarlo Ugazio, uno dei primi e massimi esperti della comunità scientifica italiana che si occupa di patologie ambientali, sarà relatore al 1° Congresso Internazionale  sulla Sensibilità Chimica Multipla  di Modena il 24 Novembre con una relazione dal titolo: Aspetti socio-sanitari della MCS.

Il Prof. Ugazio, autore di circa 220 pubblicazioni scientifiche, Fondatore e presidente del Gruppo di Ricerca per la Prevenzione della Patologia Ambientale (G.Ri.P.P.A.), è da sempre schierato nella battaglia contro l’amianto e altri agenti patogeni e cancerogeni per l’uomo.

Egli sostiene quanto  il recente progresso delle attività industriali abbia sì beneficiato gli stili di vita dell’uomo, ma che l’uomo si trova oggi sempre più frequentemente a fare i conti con i tanti veleni chimici e con le apparecchiature che emettono onde magnetiche dannose, .di cui si è circondato più o meno consapevolmente, non solo in ambito lavorativo, ma anche nella vita quotidiana. .

L’uomo sintetizza sempre più nuove molecole che impiega  come pesticidi, erbicidi, o per altri usi, e l’ambiente da parte sua si comporta come uno specchio: riflette sull’uomo le sostanze ricevute, più o meno nocive, veicolate da tre principali vettori: l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo, il cibo di cui ci nutriamo.

Per questo si stanno moltiplicando le patologie ambientali e le malattie come la MCS della quale si fatica ancora a riconoscerne markers e cause certe, anche se molti progressi sono stati fatti negli ultimi anni, è ufficialmente ancora relegata tra le patologie ambientali non riconosciute dalla legislazione attuale e ritenute di competenza psichiatrica.

Il più delle volte questi veleni sono molto subdoli perché invisibili , ma non per questo meno letali,

Quello che segue  è  solo un breve elenco che non è assolutamente esaustivo di situazioni “pericolose” con le quali interagiamo quotidianamente:

  • medicamenti contenenti piombo
  • pigmenti con piombo
  • vernici
  • vinificazione e distillazione di alcolici con attrezzature non adatte
  • cotture dei cibi in stoviglie di alluminio
  • cottura di cibi in contenitori di terracotta vetrificata
  • conservazione del cibo in contenitori di alluminio
  • cibi contaminati da cadmio ( causa di osteomalacia)
  • ftalati contenuti nei contenitori per cibi
  • batterie smaltite non correttamente
  • sabbiatura di edifici con sabbie piombifere
  • otturazione di carie dentaria con amalgama
  • assunzione di farmaci antiacido che contengono alluminio
  • malformazioni congenite legate a discariche a rischio
  • dispersione di greggio da petroliere
  • dispersione di agenti chimici e nucleari
  • esposizione a: naftalina, trielina, gas refrigeranti
  • formaldeide,
  • muffe
  • inchiostri di stampa e per fotocopiatrice
  • ammoniaca
  • coloranti, conservanti, solanina
  • cosmetici
  • campi elettromagnetici, elettrosmog
  • motori elettrici anche di auto ibride
  • acetone,
  • fumo di bracieri e di tabacco
  • catrame
  • ecc..

Il rischio naturalmente non è nell’esposizione ad un solo elemento, ma è sempre la somma di  più elementi tossici che può rappresentare un cocktail mortale. A volte hanno la capacità di colpire anche a distanza di anni e con passaggi da un organismo vivente all’altro.

Facciamo il caso estremo, ad esempio, di un metallo tossico presente nell’acqua: questo passa dall’acqua, al pesce,  e da questo alla donna che se ne ciba. Il metallo si andrà a fissare sul tessuto minerale osseo della donna che ha pranzato con il suddetto pesce e verrà rilasciato più o meno  lentamente. Occorrono anche più di dieci anni affinchè il metallo tossico fissato sulle ossa di questa persona possa essere smaltito almeno della metà della quantità iniziale. Può essere che nel frattempo questa donna rimanga incinta e trasferisca così al feto tramite la placenta prima, e tramite il latte dopo la nascita, questo metallo tossico che trova un ambiente accogliente nel piccolo, causando danni e malformazioni al sistema neurologico del bambino, o potrebbe causare successivamente problemi di apprendimento o altro.

Chiaramente non è il pesce da solo a creare tutto questo, ma il mix quotidiano di additivi, cibi, acqua, aria, fumo e alcool che ingeriamo per anni a volte anche senza esserne consapevoli. E’ proprio questa la parola d’ordine: diventare assolutamente consapevoli dei rischi, in modo da avere la possibilità di evitarli, l’unica arma davvero efficace per migliorare la nostra vita e quella delle persone a noi care.

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